STUDIO PSOR CONSULTING  "E-NEWS" - Febbraio 2014

4 segnali di una cattiva strategia aziendale

 

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Il concetto di strategia dovrebbe essere assolutamente scontato nel contesto aziendale. In realtà, come consulenti abbiamo constato che il costrutto è relativamente diffuso, o meglio lo si trova frequentemente nei discorsi, ma viene talora inteso in maniera circoscritta o addirittura distorta. Sviluppare una strategia è senz'altro un lavoro difficile e complesso sia nella fase di definizione, sia in quella di applicazione, per questa ragione alcune aziende tendono ad intraprendere percorsi “più agevoli” per affrontare un futuro che per sua natura è turbolento, variabile ed incerto.

 

Di seguito sono elencati quattro specifici segnali per riconoscere una  debole strategia:
 

Mancata verifica delle convinzioni

Secondo la nostra esperienza “la cosa peggiore nel non avere una strategia consiste nel pensare di averla”! Ci è capitato in alcune situazioni che aziende ben avviate comunicassero slogan ambiziosi affermando che quella era la strategia per il futuro, frasi del tipo: dobbiamo diventare i migliori nel fare questo o quello, dobbiamo innovare, dobbiamo fare prodotti più competitivi, dobbiamo ridurre i costi di gestione, … Queste indicazioni avrebbero potuto essere al massimo delle indicazioni strategiche, ma avrebbero dovuto rispondere ad almeno 3 dei seguenti quesiti: Cosa? Perché? Come?

 

Mancata definizione della sfida

Ci siamo imbattuti recentemente nel piano strategico di una società di beni di largo consumo che voleva espandersi dall’Italia all’Europa. Il piano aveva tutto, buone previsioni di crescita finanziaria, descrizione di una serie di cause-effetti tra azioni e risultati, ma non era riuscita a spiegare la questione fondamentale, ovvero come fare business redditizio con costi operativi assai elevati. Tutto ciò che veniva descritto era il passato, come era cresciuta negli ultimi due anni e quale sarebbe stata la crescita probabilistica in termini di ricavi. Questa presentazione era fuori rotta, serviva solo per attrarre degli investitori, ma il piano strategico non affrontava la questione chiave del come creare redditività in considerazione della struttura ad alto costo in modo che l'impresa potesse generare un business sostenibile sul lungo periodo.


Mancato coinvolgimento del sistema azienda

Un esempio di cattivo obiettivo strategico l’abbiamo incontrato presso un nostro cliente di beni di largo consumo, il quale ha iniziato a puntare quasi esclusivamente sulla visibilità e comunicazione verso i consumatori dedicando una limitata attenzione alla qualità dei prodotti ed alla capillarità della distribuzione. La comunicazione è senz’altro uno dei mezzi primari per sostenere una strategia ma non è sufficiente per quelle aziende che commercializzano prodotti indifferenziati dove il concetto di unicità è praticamente assente o è assai rarefatto, in queste realtà il problema chiave diviene il conseguimento della fedeltà del cliente. Quando un cliente non percepisce un valore-legame particolare tende a spostare le proprie scelte in modo casuale o sull’onda del momento. Spendendo migliaia o milioni di euro in comunicazione ci si può assicurare delle vendite sul breve periodo, ma questo di per sé non conferisce alcun vantaggio competitivo o significativo sul lungo periodo a meno che un’azienda non abbia piani reali per coltivare e sviluppare la lealtà nei suoi clienti.

 

Mancata identificazione dei “reali” fattori di successo

La parola “business plan” può sembrare altisonante perché utilizza termini particolari, talora poco conosciuti ai non addetti ai lavori, ed una molteplicità di numeri, dati ed estrapolazioni. Di solito questi documenti appaiono incontrovertibili ed esprimono solitamente una logica lineare causa-effetto facendo apparire le cose semplici, addirittura quasi “già fatte” ed in alcune situazioni suscitano talmente tanto entusiasmo da strappare delle standing ovation. Purtroppo, in svariati casi questi piani risultano sbilanciati ed incontrano problemi nella fase attuativa rivelandosi poco realizzabili, facendo apparire semplici questioni complesse o situazioni complesse come assai semplici ed in alcuni casi sottovalutando o ignorando il peso di certe variabili che in fase attuativa si riveleranno cruciali, definite a posteriori “imprevedibili”!

 

 

 

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