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Il prezzo nello scenario competitivo: 4 approcci

 

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Il prezzo è certamente una delle variabili fondamentali per ottenere la differenziazione dai concorrenti, soprattutto in periodi economici recessivi dove i numerosi vantaggi diffusi dai media possono avere un impatto ridimensionato. In mercati ad alta concorrenzialità dove l’acquirente trova un'ampia possibilità di scelta competere anche sulla base del prezzo è diventato tanto una sfida quanto un'opportunità.
Il prezzo costituisce una sfida a causa dei fattori economici sottostanti, che introducono non poca complessità nel processo di vendita. Comprendere e riuscire a utilizzare le numerose variabili che influiscono sulla domanda - come stagionalità, elasticità del prezzo, elasticità incrociata, modifiche ai prezzi delle commodity - è essenziale nel processo di definizione dei prezzi. Il processo di formulazione del prezzo è un processo assai complesso ed articolato, che offre molteplici approcci, pertanto non esiste un metodo unico, sebbene alcune realtà aziendali operino in maniera assai rigida limitando la propria strategia competitiva operando, magari da decenni o più, con un medesimo processo di formulazione del prezzo. Senza entrare nel merito di tutte le possibili ragioni che possono portare ad una situazione similare, ci è sembrato interessante concentrarci su 4 approcci chiave, che se opportunamente utilizzati possono creare un reale vantaggio competitivo.

 

Metodo del margine fisso sul costo o cost-plus

Con questo metodo si parte dal costo di produzione del bene (se esso è prodotto all’interno di un’azienda) o dal suo costo di acquisto (nell’ipotesi di acquisto di beni/servizi da terzi per la successiva commercializzazione).

Di norma si fa riferimento a dei “costi standard” fissati sulla base di un determinato volume di produzione o di acquisto e sulla base di determinati prezzi delle materie prime, in questo caso i costi possono subire frequenti variazioni a causa delle variazioni dei prezzi delle materie prime.

Al costo così determinato si somma un “margine fisso” che può rimanere invariato anche per lunghi periodi di tempo. Il margine è espresso come una percentuale sul costo. Il margine viene fissato tenendo conto degli obiettivi di redditività dell’impresa cercando di non trascurare le considerazioni sui prezzi applicati dalla concorrenza o l’oscillazione della domanda, anche se di fatto possono essere sottostimate una o entrambe le variabili.

Questo metodo è di semplice applicazione e piuttosto diffuso, però può nascondere diverse insidie, tuttavia molte aziende applicano quest'approccio in maniera quasi esclusiva e quasi come fosse l’unico metodo disponibile. Il metodo in sé non consente di tenere conto né della concorrenza, né dell’elasticità della domanda al prezzo.

  

Metodo del margine variabile

Questo metodo si differenza dal precedente in quanto il margine applicato sul costo di produzione o di acquisto può variare in modo da tenere conto della concorrenza e della variabilità della domanda.

In questo modo si può applicare un margine più elevato nei periodi di espansione della domanda o minore quando la concorrenza è molto aggressiva. E’ chiaro che questo comporta per l’impresa la necessità di dover operare spesso delle valutazioni sulla concorrenza, sull’andamento della domanda ed effettuare attente previsioni e analisi sulle reazioni degli acquirenti.

 

Metodo adattivo progressivo

In questo caso il punto di partenza non è il costo. Il prezzo è determinato tenendo conto dell’andamento della domanda, del comportamento della concorrenza, della variazione della domanda. Si può tener conto anche di altri fattori come ad esempio la “novità” del prodotto. Il prezzo è determinato in base ad una serie di valutazioni relative a tali fattori e può essere modificato ed aggiustato di frequente in modo da tenere conto dei mutamenti degli stessi.

 

Metodo per imitazione.

In genere questo approccio risulta assai utile in mercati caratterizzati dalla presenza di leader di prezzo, ovvero in quei comparti in cui la leva prezzo gioca un ruolo rilevante, se non addirittura unico. In questi casi l’uso di questo metodo può diventare una scelta obbligata. Il metodo in questione consiste nello stabilire il prezzo imitando il comportamento dei concorrenti. In particolare se l’impresa leader del settore abbassa il prezzo di vendita anche le altre imprese concorrenti si troveranno a dover ridurre il prezzo per evitare di essere poste fuori dal mercato. In questi casi l’imitazione diventa una scelta obbligata a meno che non si ritenga si avere altri elementi distintivi, che tuttavia potrebbero non garantire un’adeguata difesa delle quote di mercato già acquisite e probabilmente potrebbe limitare la conquista di nuove fette di acquirenti.

 

Nessuno di questi metodi è migliore in senso assoluto, certamente usare un metodo unico e non metterlo mai in discussione può essere una limitazione e diventare una minaccia quando invece potrebbe essere un’opportunità.

 

 

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